Una nuova realtà o una tradizione che prosegue? Sarà il tempo a rivelarlo ma di sicuro la Nuova Spiga Aurea, associazione sportiva presentata domenica 28 febbraio presso il Comune di Spoltore ha già catturato piacevolmente l’attenzione del territorio.
Un team giovane di amanti della bicicletta, rinnovato ma comunque esperto, 11 nuovi piccoli campioni da allenare e far divertire ed una grande attenzione verso il ciclismo vero, quello che aveva già caratterizzato la Spiga Aurea, la polisportiva nata più di 30 anni fa, che vantava la presidenza di Mario Di Nicola, zio di Niki Di Nicola, l’attuale presidente della Nuova Spiga Aurea e della quale associazione hanno fatto parte Andrea Cesarini, Alessandro Spezialetti e soprattutto il ‘killer di Spoltore’, come i più lo conoscono: Danilo Di Luca.
Proprio il presidente Niki Di Nicola, insieme all’amico Fabiano Roganti, uno dei direttori sportivi, ha deciso di dare nuova anima all’associazione per diffondere la cultura del ciclismo tra i più giovani, essendo Spoltore un territorio che ha grande affinità con questo sport ed è il presidente che, a nome di tutto il suo staff, spiega il perché di questa scelta, temeraria ma dettata dal cuore e da un pizzico di nostalgia per questa realtà che è parte integrante di una lunga tradizione sportiva.
Presidente Di Nicola, si parte per questa nuova avventura: cosa ha spinto tutti voi a presentare la Nuova Spiga Aurea?
La passione per il ciclismo. Oltre ai nostri figli siamo stati contattati anche da altri ragazzi interessati a creare un gruppo e così quest’estate io e Fabiano Roganti abbiamo deciso, di comune accordo, di andare alla ricerca di sponsor: la risposta è stata positiva su tutti i fronti e così siamo andati oltre; formalmente la Nuova Spiga Aurea è nata il 1 ottobre 2015.
Durante la presentazione dell’associazione è stata sottolineata l’importanza di far capire ai ragazzi che lo sport non deve portare necessariamente ad una vittoria, dunque qual è la prima regola che va insegnata ad un ragazzo molto giovane che inizia una disciplina sportiva? Quale sarà lo step iniziale per voi?
Innanzitutto ai ragazzi dobbiamo insegnare come rapportarsi tra di loro e con gli altri perché li porteremo in giro per l’Italia con la nostra maglia ed hanno bisogno di curare la loro immagine per crescere; per andare in bici hanno bisogno anche di saper rispettare l’avversario perché tutti devono correre, non solo chi si distingue ma anche chi rimane indietro. In una gara ciclistica c’è il primo ma c’è anche l’ultimo: se non si accetta questo, non c’è gara. I ragazzi che ci accompagneranno in questa avventura sono al loro primo anno, dunque non sanno cosa li aspetta, per loro è un mondo nuovo, e noi dobbiamo fargli capire che è difficile ma non bisogna arrendersi.
Chi ringraziereste, innanzitutto, come associazione?
Innanzitutto Mario Di Nicola, che da giovanissimi ha cresciuto tutti noi che ora siamo qui a riproporre l’associazione. Ci ha insegnato le regole di base, ci ha abituati ad avere rispetto per tutti ed anche durante le trasferte riuscivamo a distinguerci per la nostra educazione. È stato lui a trasmettere anche a me la passione per il ciclismo ed il mio sogno era appunto quello di rimettere in piedi la Spiga Aurea, con i vecchi valori, con il suo originario splendore. Inizialmente erano 7 i ragazzi che dovevamo avere, viste le spese anche dei viaggi, ma ora siamo arrivati a 11 perché i genitori hanno creduto in noi ed abbiamo avuto una richiesta maggiore. Siamo una bella squadra.
Quale percorso fate durante l’allenamento e ci sono gare in previsione?
Per ora percorriamo un tratto di strada aperta al traffico: partiamo da Rosciano ed arriviamo ad Alanno Scalo passando per la zona industriale; per quanto riguarda le gare sicuramente faremo tutte quelle abruzzesi, i ragazzi che vorranno si dedicheranno anche alla pista. Andremo fuori, e anchese sarà impegnativo ce la faremo.
Come vi sembrano i ragazzi, pronti per affrontare questa nuova avventura?
Si i ragazzi sono carichi e motivati; non hanno voglia di competere ma di andare in bici. Per circa un’ora e mezza loro non hanno contatti, non si guardano negli occhi perché devono concentrarsi durante l’allenamento, ma sia prima che dopo è bello vederli sereni; tornano a casa contenti e per noi è una soddisfazione.