“L’erogazione dei fondi del Masterplan in tre anni, anziché dieci anni; l’impegno economico della Regione per il dissesto idrogeologico della provincia di Pescara, per la messa in sicurezza sismica di scuole ed edifici pubblici e per il risanamento delle infrastrutture stradali, fondi da rintracciare attraverso la rimodulazione stessa del Masterplan. E poi la sospensione del provvedimento di chiusura degli ospedali di Penne e Popoli, il sostegno economico per le imprese agricole devastate dal maltempo, partendo con il posticipo delle scadenze contributive e l’impegno dell’Azienda Enel a risarcire dei disagi subiti le popolazioni colpite destinando loro il dividendo semestrale; infine la piena adesione alla manifestazione di protesta contro il Governo prevista a Roma per il 2 marzo e la previsione di fondi straordinari per l’acquisto di turbine da destinare alle aree più a rischio neve. Sono questi gli impegni proposti stamane in Consiglio provinciale dai consiglieri del Gruppo Forze di Libertà in un ordine del giorno e votati all’unanimità dal Consiglio provinciale, al termine della lunga seduta convocata su richiesta del centro-destra per valutare l’immane criticità determinata dall’ultima emergenza meteorologica, culminata nella tragedia di Farindola. Abbiamo chiesto al Presidente Di Marco di spogliarsi della propria maglietta di partito-Pd e di prendere pubblicamente posizione contro quella Regione-Pd e quel Governo-Pd che hanno abbandonato la nostra provincia e decine di Comuni”.
Lo ha detto il Capogruppo di Forze di Libertà Vincenzo D’Incecco, all’esito della seduta consiliare.
All’ordine del giorno la valutazione di quanto accaduto a cavallo tra il 17 e il 18 gennaio scorsi, le misure messe in atto dall’amministrazione provinciale, gli eventuali errori e le azioni necessarie per il futuro.
“Quell’emergenza – ha detto il consigliere Maurizio Giancola, sindaco di Scafa – ha purtroppo fatto emergere l’assenza di peso politico dei nostri parlamentari e della Regione. Ma c’è di più: non mi è piaciuto il Piano Neve e le comunicazioni del Presidente della Provincia durante l’evento calamitoso. Prima del dramma si declamavano i 90mila euro regalati dalla Regione, si diceva ai sindaci di stare tranquilli, che i nostri territori erano presidiati da aziende private e dal personale della Provincia, prestando massima attenzione a due arterie: la strada di Rigopiano e quella di Passo Lanciano. Per la prima sappiamo cos’è successo; la seconda, Scafa-Lettomanoppello-Passo Lanciano è rimasta chiusa per giorni. Dunque è stato sottovalutato l’allerta meteo. Finita l’emergenza sappiamo che la Provincia non aveva fondi per affrontare la situazione e che il Governo centrale ci ha lasciati soli, e allora ci chiediamo se secondo il Pd le Province servano o meno. La verità è che il Piano Neve della Provincia non ha funzionato, a Rigopiano doveva esserci una turbina che invece era rotta in officina, e se abbiamo evitato altre tragedie, a parte il ‘caso’ di Brittoli, è stato solo grazie alla straordinarietà dei soccorsi di Vigili del Fuoco e soccorso Alpino e 118. Dopo la tragedia di Rigopiano abbiamo visto le turbine fare avanti e indietro per i nostri comuni, ma quelle turbine dovevano arrivare prima, non dopo la slavina”.
“Il Piano Neve tanto sbandierato dalla Provincia non ha funzionato – ha aggiunto il consigliere Lorenzo Silli – e oggi siamo ancora in piena emergenza, con paesi che stanno ancora franando. Per me che opero nel soccorso, impiegare 12 ore per soccorrere persone colpite da una slavina significa essere fuori da ogni criterio di emergenza. Il 18 gennaio, dopo l’ultima nevicata, le strade dovevano essere pulite e non lo erano, impiegare 12 ore per raggiungere un luogo come Farindola è assurdo. L’errore macroscopico del Presidente Di Marco è l’aver esultato il 6 gennaio sui giornali per un Piano Neve di 90mila euro che per 750 chilometri di strade provinciale non servivano a nulla”. “Sicuramente – ha aggiunto il capogruppo Vincenzo D’Incecco – il dibattito odierno è utile, forse tardivo, perché ci consente di confrontarci su quanto è accaduto e sul futuro. Il problema è quel Pd che governa la Provincia, la Regione e il Governo centrale che ha votato per smantellare il sistema delle Province attraverso il referendum. Il Presidente D’Alfonso si è impegnato alacremente per abbattere le Province e chi governa la Provincia ha votato per la cancellazione stessa del suo Ente, e oggi siamo abbandonati. Credo che il Presidente Di Marco debba spogliarsi oggi della sua maglietta Pd per venire con noi e incalzare chi governa Regione e Stato; a gennaio non avrebbe dovuto ringraziare D’Alfonso per l’elemosina dei 90mila euro, perché avevamo bisogno di 600mila euro. Oggi non possiamo pensare di gestire le emergenze con gli spiccioli, le Istituzioni, il Presidente D’Alfonso e i parlamentari sarebbero dovuti essere presenti alla seduta odierna del Consiglio per ascoltare le richieste del territorio. Non è possibile che a Pescara vengano usati 1milione 300mila euro dei fondi del Masterplan per ricostruire la Filanda Giammaria quando noi non abbiamo soldi per mettere pezze alle nostre strade”.
Dopo il dibattito in aula, il Gruppo Forze di Libertà ha presentato un ordine del giorno che è stato discusso nel corso di un incontro con i consiglieri di maggioranza e, alla fine è stato votato all’unanimità (11 voti su 11 consiglieri presenti), impegnando il presidente della Provincia a ‘mettere in atto tutti i provvedimenti e le attività affinchè il Governo conceda alla Regione Abruzzo lo stanziamento dei fondi del Masterplan in 3 annualità, anziché le 10 previste; la giunta regionale rimoduli e implementi la programmazione in favore degli Enti locali che devono avere fondi per contrastare il dissesto idrogeologico, alluvionale e valanghifero; la giunta regionale si adoperi per la messa in sicurezza sismica di tutto il patrimonio pubblico della Provincia di Pescara, a iniziare da strutture sanitarie e scuole, richiedendo i Musp; la Regione attui un sostegno concreto agli enti locali per la manutenzione straordinaria delle strade distrutte dal maltempo; Governo e Regione sospendano il folle declassamento degli ospedali di Penne e Popoli, strategici in aree a forte criticità; nelle aree colpite dall’emergenza maltempo e dal sisma siano posticipate le scadenze fiscali, contributive e bancarie; vengano previsti corposi interventi di sostegno delle aziende agricole danneggiate; ribadendo l’indignazione per il comportamento avuto da Terna e dalle aziende che erogano servizio idrico ed elettrico durante l’emergenza, si chieda ad Enel di destinare al risarcimento delle popolazioni colpite i propri incassi semestrali, facendo partire gli investimenti; di aderire alla manifestazione prevista a Roma il 2 marzo per sensibilizzare il Governo ad adottare provvedimenti consequenziali ai drammi registrati; di prevedere fondi straordinari per l’acquisto di turbine’.