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"Conoscere per imparare", il grande successo del Cineforum a Moscufo con "Gli Amici di Peppino"

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Si è concluso ieri sera il "Cineforum" sulla Resistenza organizzato dall'Associazione Culturale "Gli Amici di Peppino" di Moscufo, in collaborazione con la Fondazione Brigata Maiella: insieme hanno individuato per la rassegna "Cinema & Libertà" tre film da vedere con il pubblico presso l'ex Cinema Comunale.

I tre appuntamenti sono stati di grande spessore, soprattutto perchè, proprio nei giovani si riscontra l'esigenza di rispolverare il passato per andare incontro al futuro.

Non ci si guarda con poca nostalgia alle spalle: la storia del Paese troppo spesso viene messa da parte o viene poco considerata motivo per cui l'Associazione Culturale di Moscufo s'impegna a dare spazio ad una riflessione attenta su ciò che è stato per non perderne la memoria e per porre delle basi più solide per l'avvenire. In molti hanno partecipato agli incontri, inoltre in tanti non hanno avuto paura di esporsi e di partecipare al dibattito, segno che le persone hanno bisogno di un confronto.

E'stato chiesto a Guglielmo Ferri, in qualità di presidente dell'Associazione Culturale "Gli Amici di Peppino" di Moscufo di fare un bilancio di questa rassegna.

Qual è stata l’affluenza al Cineforum?

Bisogna dire che l'affluenza è stata buona, superiore alle aspettative, nonostante tutto.
Sappiamo bene per esperienze pregresse che non è affatto facile riuscire a far partecipare la cittadinanza ad iniziative come questa.
Quindi siamo ampiamente soddisfatti.

Coloro che hanno partecipato, hanno mostrato particolare interesse a questo tipo di iniziativa?

La cosa ancora più soddisfacente è stata proprio l'interesse dei partecipanti.
Alla fine, per motivi organizzativi, abbiamo optato per i dibattiti "autogestiti", senza la presenza dei classici relatori e la cosa è andata più che bene, perché durante ciascuna delle serate sono venuti fuori dei brevi ma interessanti dibattiti.
D'altra parte l'obiettivo della rassegna era proprio questo, stimolare momenti di confronto e di riflessione su un tema, come quello della Resistenza, del quale non si parla mai abbastanza.

Quali sono stati gli argomenti che hanno maggiormente coinvolto il pubblico?

Gli argomenti maggiormente trattati sono stati quelli che riguardano gli aspetti antiretorici della Resistenza, probabilmente anche per la scelta dei film proiettati.
Siamo soddisfatti di ciò perché la Resistenza, a nostro avviso, è stata un continuo, quotidiano mettere in pratica di piccoli gesti eroici, ognuno come ha potuto, chi combattendo direttamente e chi dando protezione e conforto ai combattenti. Spesso la Resistenza e la Liberazione sono state rappresentate anche in maniera un pò grottesca, come se fossero state compiute da dei super uomini. Invece sono state parte integrante di un movimento collettivo di popolo, un popolo che aveva si paura ma che era stanco di vivere tra i soprusi dei nazifascisti e che quindi rischiando la vita ha deciso di agire, senza pretendere nessun riconoscimento.
Altro argomento del quale si è parlato è stato quello del collaborazionismo fascista, tenuto da gente che poi, alla fine, non ha fatto altro che salire sul carro dei vincitori per aver salva la pelle e per riciclarsi nella nuova era italiana, quella repubblicana e democratica.

Cosa rappresentano questi appuntamenti per Moscufo?

Noi crediamo che parlare di Resistenza sia sempre importante ed attuale, perché il revisionismo imperante rischia di far sparire i ricordi e questa è una cosa che non possiamo permettere, come popolo. È nostro compito contrastare il tentativo continuo di equiparazione tra vincitori e vinti, perché non potranno mai essere posti sullo stesso piano.
E momenti di riflessione come questi a Moscufo non ne sono mai stati organizzati molti, se non addirittura mai. Per questo siamo convinti che la collaborazione tra "Gli Amici di Peppino" e la Fondazione Brigata Maiella sia importante per la nostra cittadinanza, specie per i più giovani.

Quanto conta la storia per un paese piccolo qual è Moscufo?

La storia conta tantissimo, anche per un piccolo paese come il nostro.
Perché solo conoscendola, la storia, si può avere la speranza che alcune scelte disastrose e scellerate fatte nel passato non abbiamo a ripetersi.
Il nostro è stato un piccolo sasso lanciato in uno stagno molto grande, ora dobbiamo osservare l'effetto delle onde provocate.

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