“Se la politica degli annunci, ancora una volta strombazzata dall’opposizione, la si ritiene un esempio da emulare, la possiamo tranquillamente respingere al mittente con un sorriso caritatevole di compassione. Diceva San Paolo: ‘La fede senza le opere è morta’.”
Così il sindaco del comune vestino di Cappelle sul Tavo, Lorenzo Ferri risponde ironizzando a Pierino Di Giandomenico, Massimo Di Clemente, Matteo Mattioli e Alessio Gaudiello del gruppo Insieme per Cappelle che hanno comunicato l’intenzione di devolvere per intero i compensi derivanti dalle loro presenze ai Consigli Comunali dall’inizio del loro mandato (maggio 2019) a favore della raccolta fondi finalizzata all’emergenza del Covid 19.
“E, infatti, i consiglieri di minoranza, con la loro desolante strumentalizzazione - spiega il sindaco - vogliono rivendicare una pretesa superiorità civica e farsi portavoce dell’odio democratico. Ma se fossero stati loro, piuttosto, a prendere esempio da chi scrive, si sarebbero comportati in modo più signorile e, soprattutto, sarebbero stati più concreti e più coerenti con il vuoto chiacchiericcio con il quale ruminano l’inconsistenza di idee. Personalmente, già al momento dell’apertura del conto corrente bancario dedicato al Fondo di Solidarietà, ho versato 1.000,00 euro, a differenza dei consiglieri di minoranza che chiedono che i loro gettoni di presenza siano devoluti allo stesso scopo ma solo al momento del loro pagamento! A scanso di suggestioni mediatiche, stiamo parlando, nel caso dell’opposizione, della devoluzione complessiva di € 189,80 (che si accettano, immaginando però che si possa fare uno sforzo in più…), con una media di € 47,45 a testa, per l’anno 2019 (vedi l’allegata determina) che percepiranno il 27 aprile e circa € 400,00, con un media di € 100,00, per l’anno 2020, che devolveranno ad Aprile 2021, la precisa negazione dello spirito di intervento urgente con il quale ho voluto il Fondo”.
“Questo è tutto il grande esempio che la minoranza porta a modello! – continua il sindaco. - Pensiamo, sinceramente di aver offerto un esempio migliore e anche più tempestivo, fattore essenziale perché il maggior bisogno è avvertito ora, visto che persino chi un lavoro ce l’ha, ha dovuto sospenderlo, perdendo così la fonte di reddito. Accantonare in un mese 6 o 7 euro vuol dire offrire un pò di cipolle o poco più, per ciascun periodo”.
Per Ferri infatti “la ‘rateizzazione’ era allora meglio farla all’incontrario, donare subito 100 euro ed esserne rimborsati al pagamento dei gettoni. Ad attendere, così, non sarebbero i bisognosi ma chi dice di volergli andare incontro (tanto per dire, ricordando che erano così desiderosi di amministrare il paese). Invece di dar suggerimenti fuori tempo raccolgano quello di darsi da fare per donare e ricercare donazioni più utili alla causa”.
“L’ulteriore differenza da evidenziare è che il sottoscritto, del suo gesto di solidarietà, non obbligatorio e già compiuto (e di quelli che vorrà compiere), non se n’è fatto e non si farà alcun vanto. Non ha seguito, cioè, l’esempio della minoranza che ha ritenuto di dover pubblicizzare ai quattro venti, con un inopportuno vanto, non una donazione avvenuta ma una dichiarazione d’intenti! Appare patetico il tentativo di utilizzare questa emergenza sanitaria per ricercare consenso nell’opinione pubblica. – così prosegue il Primo Cittadino. - E’ scritto: “Guardatevi dal fare la vostra elemosina davanti agli uomini, per essere da loro ammirati; quando dunque fai l'elemosina, non far suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere onorati dagli uomini ed anzi quando tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra quello che fa la destra” (Matteo, 6,1-4)”.
"A due settimane dall’avvio della gara di solidarietà" prosegue il sinadco "l’opposizione si è svegliata per annunciare di parteciparvi nel futuro! E, incredibilmente, vorrebbe che se ne seguisse l’esempio. Si capisce che è irrefrenabile la loro attitudine a dare ordini, a dettare principi di vita e a farsi maestri della morale altrui. E, abituati, per nostalgia delle riverenze con cui si omaggiavano i vecchi politici d’un tempo, a essere serviti, invece di prendersi lo scomodo di andare alla posta o in banca a fare un’operazione di donazione, come possono e anche prima di percepire i gettoni di presenza, chiedono, quasi con atteggiamento schizzinoso e di superiorità, che qualcuno (un ufficio comunale) se ne occupi per loro conto”.
Il sindaco Lorenzo Ferri, interviene poi anche in merito al tradizionale appuntamento estivo, “quanto al Palio delle Pupe, la decisione di annullarlo, per intuitive ragioni sanitarie ma anche, ormai, organizzative e di incertezza sulla situazione che si determinerà nei giorni in cui dovrebbe tenersi, l’Amministrazione, anche alla luce del grande successo di pubblico dell’edizione 2019, con oltre cinquemila presenze, ora non ammissibili, l’ha già presa. Per formalizzarla, attende solo le indicazioni del governo per la fase 2, quella del progressivo riavvio, per dare supporto di motivazioni ufficiali alla delibera di rinvio. Proprio per questo, l’Amministrazione è già orientata a destinare maggiori risorse economiche al sostegno di famiglie e attività economiche e professionali del territorio. Anche con riguardo a queste decisioni, per la loro più adeguata calibrazione, è rimasta nell’attesa, prima di esternarne la notizia, delle ulteriori misure di sostegno annunciate dal Governo (decreto Aprile) per famiglie, imprese, loro dipendenti e lavoratori autonomi”.
“Lasciamo all’opposizione la possibilità di meditare sul monito di un nostro famoso concittadino, ‘Se lei si spiega con un esempio non capisco più niente’ (Ennio Flaiano). E’ quello che è successo a me tentando di capire la logica spiegata col un pessimo esempio” – conclude il Primo Cittadino.