Remo di Leonardo
Si è tenuta mercoledì 27 dicembre, alle ore 15.30, nel corso della seduta del consiglio comunale, presso la sala consiliare “D. Cavallone”, la cerimonia per il conferimento del Premio di benemerenza “Pianella d’Oro”, riconoscimento destinato alle personalità che si sono contraddistinte nell’esercizio delle proprie funzioni, contribuendo a dar lustro e risalto alla Città in ambito culturale, artistico, scientifico, sportivo, politico e sociale.
Il Premio, deliberato dalla giunta comunale nella seduta del 22 dicembre 2017, una spilla da giacca in oro e una ceramica con lo stemma comunale, è stato assegnato alla memoria del compianto dott. Antonio D’Urbano sia per quanto svolto in qualità di medico di tante generazioni di pianellesi ma anche per l’impegno in campo politico, sociale ed artistico. Il riconoscimento è stato ritirato dal figlio Anton Bruno alla presenza dei familiari e della moglie del medico, signora Bruna.
“Un riconoscimento molto significativo che auspichiamo condizioni anche le future generazioni, finalizzato ad esprimere il sentimento di gratitudine della cittadinanza nei confronti di coloro che hanno contribuito alla crescita economica, sociale e culturale della nostra Città - ha afferma il sindaco Marinelli durante il suo intervento.
Il Dott. Antonio D’Urbano, fu medico umanista, dedito alle arti con particolare interesse per la pittura, la poesia dialettale ed in lingua italiana conseguendo diversi premi e riconoscimenti.
Partecipò a diverse edizioni della Selezione di Poesia “G. Porto” Città di Pianella, più volte premiato, dopo la sua scomparsa, gli organizzatori, per la sua attività poetica gli assegnarono un riconoscimento alla memoria.
SALLURENZE
Nu cile scunfenate nore nore,
Arempezàte da le stolle hualahuale
Che fa gross’ e picc’ è…
Na rannelàte!
L’uocchie so pundat’ e me fa male,
Ma je huarde, né me stracche de huardà!
È tutte nu pendècchie
E sembre culurate…!
E la notte de Sallurenze!
E mendre huarde tienghe
Nu piacire ‘ngore
E prehe e penze:
“ Signò,
Je le sacce ca chju stoll’
Ha da cascà massore
E memezz’a sta nuttate…!
Ma je vulesse ca stu destène
Nn’arttucchesse proprie a quolle!
A ‘llà stellucc’ a lijù
Che brell’a nu candòne…
A lu candòne de lu cile ch’è cchjù scure!
J so ‘ttaccate li suonne ‘ngolle
E li pinzìre,
Ch’arimacine, ‘nche l’Amore mì, a cor’a
Core!”
Antonio d’Urbano ( Luglio 1998 -
Prima edizione Selezione di Poesia G. Porto)