Villa Sibi, oggi non è riportata neanche dalle mappe Google.
Frazione di Moscufo, situata in quella fascia di terra tra Caprara e Cappelle Sul Tavo; la troviamo, però, sulle antiche carte dell’istituto geografico militare.
La cosa magari non stupisce neanche, gli agglomerati urbani, i grandi comuni assorbono i piccoli quartieri, cambiano fisionomia politica e nome anche a territori che hanno una storia secolare.
Questo è proprio il caso di Villa Sibi che fino a duecento anni fa era addirittura comune autonomo.
Alla fine del ‘700 Sibii ( questo era il suo nome in origine), era un villaggio di poche decine di anime che era controllato e amministrato dai baroni Figliola di Moscufo; risalendo ancora indietro nel tempo però la troviamo tra le università ( questo il nome ai comuni all’epoca), della zona insieme a Caprara e Moscufo.
Le origini del borgo sono ignote, probabilmente l’antico feudo era associato a quello adiacente, ossia Cappelle, e il suo nome era Cappelle Superiore, ma ben presto già dal 1400, la popolazione abbandonò quasi completamente quelle zone.
Ecco quindi una storia che si intreccia con l’attualità, toccando temi come l’integrazione sociale di popoli di diverse culture e provenienza.
Tra il XV e il XVI secolo, a seguito dell’invasione turca, nel regno, giunsero nuclei famigliari provenienti dai paesi Balcani come Albania e Jugoslavia; a queste famiglie fu data la possibilità di collocarsi in borghi e feudi non altamente popolati o completamente disabitati, al fine di ripopolarli. In quest’ottica furono rese più popolosi feudi come Villa Caprara, piuttosto che di Villa Cipressi o Picciano.
Nel caso di Villa Sibi, fu proprio ricostruito da zero, trattandosi di un antico feudo non più abitato: si insediarono nuovi abitanti, che ben presto diedero anche il nome alla zona.
Nel 1500 infatti l’università prendeva il nome di “ Villa di Sipio”, e questo da un importante indicazione sulle origini del quartiere. I “ Di Sipio” infatti rappresentano una stirpe molto comune in Abruzzo, le cui origini sono legate alle popolazioni giunte dall’est, in particolare dall’Albania.
Il nome richiama il termine Shqip ( che in albanese vuol dire Aquila), con il quale oggi gli albanesi chiamano se stessi; all’epoca forse era prematuro e probabilmente si chiamavano in altro modo, ma era un termine già in uso tra le popolazioni.
Il fatto che questi borghi furono ripopolate da abitanti provenienti dall’est ci lascia credere che famiglie che abitavano dal 1500, Villa Sibi erano di origini albanesi, e al nome “ Di Sipio” successivamente fu data un inclinazione latina fino a chiamarla “Sibii”.
Oggi Villa Sibi è una contrada del Comune di Moscufo, con una bassa densità di abitanti, situata tra la più popolosa “Senarica” e confinante con i comuni di Cappelle e Spoltore con Caprara, ma ora sappiamo che un tempo, era composta da una comunità di uomini che si governava in autonomia.