Le indagini sull’omicidio del ragazzo di Spoltore sembrano siano ad un punto di svolta, e si inizia a tracciare un quadro realistico di quello che è potuto accadere al povero Alessandro.
Alle 22,27 del 6 marzo scorso, Laura Lamaletto, madre di Alessandro, pubblica su Facebook l’annuncio della scomparsa del figlio; la stessa sera alle 23,52, i vigili del fuoco ricevono una chiamata, da una donna, per spegnere il fuoco divampato su un auto, in zona Colle Innamorati a Pescara.
Da qui sono partite le indagini, che hanno portato al recupero di quel che resta dell’Opel Meriva, poi prontamente rottamata.
Le immagini a circuito chiuso posizionate in centro a Pescara, mostravano che l’auto di Alessandro era seguita in centro, proprio da un opel Meriva, per questo i carabinieri hanno voluto vederci chiaro e risalire al proprietario dell’auto, che come gia detto, è una persona gia nota alle forze dell’ordine.
Ma non solo, pare, che questa persona conosceva e frequentava Alessandro Neri.
Il quadro che si sta delineando in queste ore, quindi appare molto più nitido: da tre anni la famiglia Neri, era stata esclusa dall’importante patrimonio dei Lamaletto, che non solo comprendeva la tenuta “ il Feuduccio” a Orsogna, ma anche un importante azienda di Ceramica in Venezuela. Questo aveva portato il padre di Alessandro a tornare a Firenze a fare il suo vecchio lavoro di orafo, e i fratelli maggiori a cercare fortuna all’estero, uno a Miami, l’altro a Dublino.
Alessandro era rimasto con la madre, e con essa aveva messo in vendita la villa di famiglia con il proposito di raggiungere il fratello a Miami.
Alessandro era un ragazzo dinamico, capace di “risolversi” per lavoro e autonomia economica, ma probabilmente questa ”arte dell’arrangiarsi” potrebbe aver portato Alessandro in ambienti non proprio tranquilli e leciti, questo sospettano gli inquirenti, e da qui che adesso proseguono le indagini.