Iniziano a Collecorvino i preparativi per la festa della trebbiatura che si svolgerà a metà luglio in concomitanza dei festeggiamenti in onore di Sant’Antonio di Padova.
Si è svolta ieri pomeriggio la "mietitura", quella che è la prima fase della rievocazione di un evento che affonda le proprie radici nel passato e nella tradizione abruzzese.
Un folto gruppo di curiosi, di amici e volenterosi, capitanati dal signor Anselmo Evangelista (presidente del comitato festeggiamenti), si sono dati appuntamento presso un campo nel territorio di Collecorvino dove con l’ausilio di una tradizionale “mietilega” hanno provveduto a raccogliere le preziose spighe.
I “covoni” sono stati successivamente raggruppati nei classici “cavalletti” pronti per essere caricati sui carri trainati da buoi o da trattori addobbati a festa in onore di Sant’Antonio; infatti la tradizione prevede, nelle prossime settimane, una sfilata per le vie del paese che si conclude con l’arrivo nell’aia realizzata negli spazi adiacenti il Convento di San Patrignano, ove la macchina della trebbiatura dell’epoca provvederà a separare i chicchi dalla paglia per poi donare il prezioso prodotto al Santo.
“Da alcuni anni - racconta il sig. Anselmo Evangelista - ci stiamo impegnando per far rivivere quella che ha rappresentato per i nostri nonni e per la nostra comunità contadina un avvenimento di importanza fondamentale. Vogliamo farla conoscere ai più giovani e riportarla alla memoria dei più nostalgici dando vita a giornate di divertimento e folklore che coinvolga tutta la cittadinanza. Quella di oggi è stata solo la prima fase in quanto nel prossimo fine settimana torneremo di nuovo a mietere ma con i metodi ancora più tradizionali ovvero con la mietitrice trainata dai buoi ed a mano con la falce”.
Durante la giornata, per i lavoratori pane fatto in casa, salumi e formaggi nostrani nonché vino locale. Non potevano mancare le “Rimpizze”, i classici dolcetti che le massaie del tempo preparavano con poco zucchero; al posto del lievito mettevano ammoniaca per dolci ed avevano lo scopo di riempire lo stomaco dopo la fatica nei campi. Ottimi anche se gustati inzuppati nel vino.