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Il pericolo esondazioni a Santa Teresa di Spoltore

Preoccupa lo scarso livello di consapevolezza delle istituzioni

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Una frustrante sensazione d’impotenza e la voglia di provare a reagire di fronte all’inerzia delle istituzioni, sia quelle locali, sia quelle regionali, che sembrano doversi inchinare allo strapotere economico e politico delle imprese che impongono la realizzazione di opere devastanti per l’ambiente. Si sentono abbandonati e traditi gli abitanti di Santa Teresa di Spoltore, circa settanta famiglie, oltre duecento persone, che vivono da anni in costante allerta nelle loro case, sempre pronti a doverle evacuare in caso di forti piogge.

L’incontro di ieri pomeriggio, organizzato dal Comitato Via Arno Sana e Pulita, con tanti cittadini residenti, alla presenza del geologo Marco Sborgia, di alcuni attivisti del Movimento 5 Stelle locali e della consigliera comunale Marina Febo, ha provato a fare chiarezza su quanto sta accadendo, cercando al contempo di trovare nuove soluzioni operative da proporre.

Il presidente del Comitato, Michele Moca, ha illustrato ai presenti l’attuale situazione, ripercorrendo le tappe dei vari tentativi, finora vani, di arginare (letteralmente) le esondazioni di un fiume, il Pescara, reso pericoloso dalle tante infrastrutture monumentali, vedi l’interporto di Manoppello o il Megalò di Chieti, che ne hanno pregiudicata la sua normale fluidità. In tal senso è stato molto chiaro il geologo presente, un fiume, per sua natura, ha il compito di equilibrare i territori che attraversa, ma se viene “violentato” e modificato, come in questo caso, non solo viene meno al suo compito, ma diventa chiaramente un pericolo per chi ha deciso di abitare nei pressi del suo corso.

Quando furono fondati i primi insediamenti, hanno asserito alcuni fra i presenti, fra i quali il signor Gabriele De Leonibus, non esisteva nemmeno l’idea che a monte si potessero costruire simili enormi infrastrutture. S’indignano, giustamente, i residenti, quando si sentono accusati per aver deciso di vivere nei pressi del fiume, mentre non si punta il dito accusatorio verso coloro i quali hanno permesso la realizzazione, ad esempio del già citato Megalò. Da anni, addirittura, si paventa la possibilità di erigerne altri due, come se non dovesse esserci un futuro per il Pescara, un tempo considerato fonte di vita e prosperità.

Marco Sborgia ha chiarito che, prima di porre in essere una qualunque iniziativa, sarà comunque necessario eseguire uno studio dettagliato, valutando tutte le eventuali criticità dovessero sopravvenire in futuro. Ancora Michele Moca, al riguardo, ha ricordato come il Genio Civile, che a norma di legge si dovrebbe occupare di dirigere gli eventuali lavori, abbia pianificato una spesa pari a € 2.000.000,00. Parrebbe un’esagerazione, giacché il Comitato, dopo una serie d’incontri con professionisti della materia, aveva invece quantificato un importo di circa € 400.000,00. In ogni caso mancherebbero anche i soli € 30.000,00 necessari per realizzare almeno i progetti, che in prospettiva futura servirebbero a guadagnare tempo, facendosi trovare già pronti per iniziare i lavori.

Dal canto suo, la consigliera Marina Febo ha affermato di non aver mai ricevuto risposta alle interrogazioni presentate in Consiglio comunale, ma non per questo ha intenzione di arrendersi. Il livello di consapevolezza delle istituzioni sembra pari allo zero, ma proprio per questo motivo è necessario mantenere alta l’attenzione, anche e soprattutto per continuare a opporsi ai futuri, invasivi, insediamenti di altri centri commerciali.

La battaglia per i diritti di chi vive in queste zone proseguirà, nel frattempo, fuori, ha iniziato nuovamente a piovere …

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