Qual è il destino dell’oro d’Abruzzo? La lotta all'Isis e l'impegno alla stabilizzazione di un Paese come la Tunisia passano anche per l'olio d'oliva. L'Unione Europea aumenterà per il biennio 2016/2017 la quantità di olio di oliva esente da dazi proveniente da Tunisi.
Il voto, chiaramente, ha scatenato la rabbia e l'irritazione degli agricoltori e dei produttori di olio italiani per il danno che verrà arrecato all’economia; in più, questo voto, umenta il rischio delle frodi a danno dei consumatori.
Il Parlamento europeo ha votato a favore di un progetto di legge che aumenta di 35mila tonnellate il contingente di olio di oliva a dazio zero proveniente alla Tunisia. Al momento nell'Ue entrano ogni anno 56.700 tonnellate di olio d'oliva senza dazio, come previsto dall'accordo di associazione Ue-Tunisia (su un totale di 145mila tonnellate che Tunisi esporta verso l'Ue).
Con il nuovo contingente, il totale degli arrivi agevolati annuale supera quota 90mila tonnellate, praticamente tutto l'import in Italia dal Paese africano. Come misura di salvaguardia dei produttori europei, si è deciso che questo aumento delle importazioni di olio tunisino senza dazi non potrà essere esteso al di là dei due anni.
Inoltre, è stata prevista una valutazione intermedia sugli effetti dell'aumento delle importazioni sul mercato europeo, e la possibilità di una revoca nel caso ci fosse un impatto troppo negativo per il settore in Europa.
Ancora, è stata introdotta una clausola di tracciabilità delle merci, per garantire che l'olio importato sia interamente prodotto in Tunisia. L'adozione del provvedimento, deciso dall'Ue per sostenere l'economia tunisina messa a dura prova dal crollo del settore turistico in seguito agli attentati terroristici dello scorso anno, è avvenuta con 500 voti a favore, 107 contrari a 42 astensioni.
Si tratta di un voto che non è piaciuto all’Abruzzo, soprattutto a quelle zone collinari famose per “le vie dell’olio” ed è proprio il sindaco Sandro Marinelli del Comune di Pianella, Terra dell’olio, a prendere atto di una situazione non facile per i produttori locali che già due anni fa, si sono trovati a fare i conti con la scarsa produzione:
"Il 2014 ci ha messi in ginocchio, abbiamo avuto un’annata senza precedenti dal punto di vista della scarsissima produzione e della qualità pessima perché la mosca ha distrutto i raccolti, – spiega il sindaco – ci stavamo riprendendo: in quest’annata si sperava di recuperare, visto che la qualità è alta e alcuni nostri produttori stanno portando a casa dei premi importanti dunque questa notizia non ci fa piacere; anche se la motivazione può essere condivisibile visti i gravi fatti di terrorismo, non si può far passare la soluzione per l’importazione dell’olio. Potevano trovare sicuramente una motivazione diversa anche perché si va a colpire un settore che si sta riprendendo con difficoltà”.
“Un altro problema sarà che anche i marchi IGP saranno composti da una buona percentuale di questo olio, quindi gli effetti saranno devastanti sui prezzi perché ancora una volta, il produttore locale avendo tirato fuori a fatica un prodotto di alta qualità, troverà questa concorrenza terribile e sarà obbligato a confrontarsi con prodotti che, utilizzando questa massiccia quantità di olio tunisino, manterranno un prezzo più basso”- prosegue il sindaco.
Secondo Marinelli infatti:
“Si salverà forse il marchio DOC perché non consente l’utilizzo di prodotti che vengono da altri territori però il consumatore non ha ancora questa consapevolezza e ciò induce a lavorare molto di più sulla etichettatura che dovrà essere chiara ed esplicativa. È davvero un colpo basso per i nostri produttori”.