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Niente top 10: il Tour de France dell’abruzzese Giulio Ciccone

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Il ciclismo italiano ha sfornato negli ultimi anni diversi elementi interessanti e uno di questi è senz’altro Giulio Ciccone, classe 1994 originario di Chieti, in forze al team Lidl-Trek. L’approdo nel professionismo è datato 2016 e le sue caratteristiche sono quelle di scalatore. Anche se povera di trionfi sensazionali, finora la sua carriera gli ha comunque regalato diverse soddisfazioni, grazie alla conquista della maglia azzurra al Giro d’Italia nel 2019 e della maglia a pois nel Tour de France dell’anno scorso. Nel complesso, tra i Grandi Giri Ciccone si è aggiudicato 3 tappe della Corsa Rosa e per 2 giorni la maglia gialla al Tour de France del 2019.

C’era dunque grande attesa per le prestazioni di Giulio in vista dell’ultima corsa transalpina, che si è svolta dal 29 giugno al 21 luglio. Di certo, il diretto interessato non si aspettava di vincere la manifestazione, ma sognava di prendersi almeno una tappa e soprattutto di finire nella top ten della classifica finale. A giugno, infatti, i numeri delle scommesse sugli eventi di ciclismo non indicavano Ciccone tra i primi del gruppo, ma l'abruzzese veniva considerato comunque tra i potenziali outsider. Il giovane italiano, però, si è fatto notare solo a partire dall’11esimo giorno, vale a dire nel corso dei 211 km che separano Évaux-les-Bains da Le Lioran. Ciccone era in testa con João Almeida, Jonas Vingegaard, Wilco Kelderman, RemcoEvenepoel, Mikel Landa, Primoz Roglič e Carlos Rodriguez. TadejPogačar ha attaccato a pochi metri dallo scollinamento e a circa 30 km dalla fine. Ciccone ha provato a tenere botta, ma a vincere la tappa è stato Vingegaard, seguito da Pogačar, Evenepoel e Roglič.

Per sentir parlare ancora di Ciccone è stato necessario aspettare la 19esima tappa, quando l’andatura di Adam Yates tra Embrun e Isola 2000 ha messo in difficoltà non solo lui, ma anche Carlos Rodríguez e Santiago Buitrago, riducendo il gruppo Maglia gialla a poche unità. In quell’occasione fu Pogačar a vincere, mentre Matteo Jorgenson si piazzò secondo e lo stesso Yates sull’ultimo gradino del podio. Ad un paio di prove dalla conclusione della kermesse, per l’italiano non c’erano ormai più possibilità di trionfare, ma di conservare la top ten invece sì.

Tuttavia, proprio alla 21esima ed ultima tappa, tra Montecarlo e Nizza, Ciccone è finito addirittura 36esimo e la sua prestazione è stata tra le più deludenti insieme a quelle di Carlos Rodríguez, di Enric Mas e di JaiHindley. Nella classifica generale l’italiano è stato sopravanzato proprio all’ultimo da Santiago Buitrago, nono e autore di una strabiliante cronometro. E dire che nella penultima tappa Ciccone aveva difeso strenuamente il suo posizionamento nella classifica generale del Tour de France e tutto lasciava pensare che nessuno gli avrebbe tolto la top ten. Alla fine, quindi, lo spazio per i rimpianti c’è tutto.

L’esperienza francese del 2024 si è conclusa nel peggiore dei modi, ma paradossalmente è stata la migliore di Ciccone nei Grandi Giri, che nello specifico Tour de France era arrivato in precedenza 31esimo, 58esimo e 32esimo. Nel Giro d’Italia, invece, Giulio non è mai riuscito a migliorare il 16esimo posto del 2019. Adesso non rimane che guardare al futuro e prepararsi al meglio per la prossima edizione della Vuelta a Espana, in programma dal 17 agosto.

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