“Il Consiglio comunale di Cepagatti ha formalmente ribadito la propria contrarietà alla realizzazione delle vasche di espansione del fiume, che andranno a penalizzare per il 90 per cento il nostro territorio, approvando una mozione in tal senso. Non è possibile che un comune ‘virtuoso’, che ha vigilato in maniera rigorosa per impedire la cementificazione dei propri argini, al contrario di altri Comuni come Spoltore, oggi debba pagare sulla propria pelle i danni causati da altri. Tuttavia nella discussione generale in aula abbiamo anche precisato che, se proprio non riusciremo a fermare quell’opera, comunque la Regione deve prevedere ed erogare subito un adeguato risarcimento-ristoro in favore del Comune, ma anche dei singoli proprietari i cui terreni diventeranno inutilizzabili. E abbiamo anche chiesto al Comune di nominare un legale che potrà rappresentare tutti i singoli proprietari con un ricorso al Tar contro il cantiere”.
Lo hanno illustrato i componenti della lista ‘Insieme per Cepagatti’ dopo l’approvazione del documento in Consiglio comunale a Cepagatti.
“La mozione era stata già approvata una prima volta nel 2008 e l’abbiamo riproposta per consentire anche ai nuovi consiglieri, insediatisi con la nuova consiliatura, di esprimere la propria opinione – ha spiegato il consigliere Paolo Di Domizio che ha illustrato il documento -. E la risposta del Consiglio è stata unanime: Cepagatti ha espresso parere negativo alla realizzazione delle casse di espansione e alle opere di laminazione del fiume Pescara sul nostro territorio da parte dell’Autorità di Bacino di rilievo regionale e del bacino interregionale del fiume Sangro. Oggi quelle casse sono considerate necessarie per contenere una piena e l’eventuale esondazione del fiume, a tutela dell’incolumità dei cittadini, ma sono necessarie a causa di quelle municipalità che in passato hanno consentito la cementificazione e l’edificazione residenziale delle proprie sponde, com’è successo nella frazione di Santa Teresa a Spoltore".
"Colpa delle amministrazioni comunali - prosegue - che hanno evidentemente rilasciato permessi e incassato gli oneri concessori e di urbanizzazione, senza pensare alle possibili conseguenze del proprio operato. Questo non è invece accaduto a Cepagatti, uno dei pochi Comuni virtuosi dove abbiamo storicamente impedito di cementificare l’alveo fluviale, e oggi paradossalmente siamo il Comune che più di altri pagherà il dazio per l’irresponsabilità degli altri e questo non lo possiamo accettare perché quella colpa ricadrà su decine di piccoli proprietari che si vedranno occupare i propri appezzamenti di terreno che, di conseguenza, diventeranno inutilizzabili, superfici da cui spesso quelle famiglie traggono anche il proprio sostentamento".
"E allora, come abbiamo ricordato in aula, se proprio danno dev’essere, almeno quel disagio dev’essere contemperato da un adeguato ristoro economico, non solo per il Comune, ma anche per gli stessi piccoli proprietari. Spetta al Governo regionale individuare e stanziare le risorse, anche decidendo di destinare ai Comuni interessati il ribasso che deriverà dalla gara d’appalto. Nel frattempo – ha aggiunto Di Domizio – abbiamo anche chiesto all’amministrazione comunale di nominare un legale che dovrà rappresentare la cittadinanza e il Comune stesso in un ricorso al Tar contro il cantiere, difendendo il territorio da quello che sarà un’opera dal notevole impatto ambientale”.
“Avevo già sollevato il problema lo scorso novembre – ha ricordato il Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri -, quando il Governatore D’Alfonso ha sbloccato l’iter del progetto di realizzazione delle 5 vasche o bacini di laminazione, ossia le vasche di espansione, necessarie per permettere al fiume Pescara di esondare in occasione delle piene ventennali, trentennali e cinquantennali, un’opera oggi obbligatoria perché nel tempo molti Comuni che corrono lungo l’asta hanno cementificato le aree naturali di esondazione e tutti ricordiamo gli effetti su Pescara dell’alluvione del 2 dicembre 2013, quando è stato necessario evacuare l’intero quartiere di Villaggio Alcyone e l’acqua ha invaso la golena sud e quella nord. Ora il progetto prevede la realizzazione di quelle vasche negli abitati di Rosciano e di Cepagatti perché, paradossalmente, sono stati i Comuni più virtuosi, ossia i soli due Comuni che hanno lasciato correttamente libero il territorio a ridosso del fiume".
"Dovendo acquisire i terreni necessari per le opere - prosegue il Capogruppo - ciò accadrà tramite una legge che stabilisce la Servitù di allagamento, ovvero non ci saranno espropri, anche per evitare il rischio di contenziosi che avrebbero allungato i tempi di cantiere con il rischio di perdere i 54 milioni di euro di finanziamento, dunque i terreni, tutti di natura agricola, non verranno tolti ai proprietari, ma ci sarà solo una servitù creando comunque dei forti disagi e danni ai proprietari. Per tale ragione ho personalmente fatto approvare due emendamenti alla legge 7 del 2010, per garantire comunque un indennizzo nei confronti dei Comuni e dei cittadini che sono stati bravi, e dunque non hanno cementificato come a Manoppello o Spoltore, né hanno fatto opere folli come a Pescara con la diga foranea: con il primo emendamento abbiamo previsto un ristoro per i proprietari dei terreni, che andrà da un minimo del 40 per cento del prezzo di mercato sino a un massimo del 75 per cento, a seconda se la superficie andrà a ospitare la vasca, o l’argine o solo la strada di accesso alla vasca. Con il secondo abbiamo previsto per i Comuni virtuosi, ossia Rosciano e Cepagatti, il pagamento di un ristoro consistente nella realizzazione di opere di mitigazione delle criticità idrauliche, idrogeologiche e ambientali. A questo punto spetta però alla Regione del Governatore D’Alfonso dare seguito a quegli emendamenti e individuare ora le risorse necessarie a garantire un adeguato risarcimento ai territori interessati dalle opere dando delle rassicurazioni concrete ai cittadini interessati e non promesse fittizie”.