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Mafia dei pascoli, tre anni fa presentata interrogazione parlamentare sulla situazione abruzzese

Piena soddisfazione e speranza in un futuro di legalità espressi da Sabrina Nanni, già responsabile abruzzo dell’Associazione Caponnetto, e da Romano De Luca, responsabile per il Molise

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La maxi operazione “Transumanza” condotta dalla Guardia di Finanza di Pescara, coordinata dalla DDA aquilana, ha coinvolto nei giorni scorsi l’Abruzzo e altre nove regioni. Ancora una volta, come già accaduto in passato, al centro dell’attenzione la “mafia dei pascoli” e le frodi nell’ottenimento dei contributi comunitari. In Abruzzo, già interessato in passato da altre operazioni delle forze dell’ordine e in cui quattro società hanno ricevuto interdittive antimafia, tra le prime a denunciare la presenza e gli illeciti della “mafia dei pascoli” c’è stata l’Associazione intitolata al compianto giudice Nino Caponnetto (a capo del pool antimafia di Palermo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino) con Sabrina Nanni, ex responsabile regionale dell’associazione.

Tre anni fa  fu presentata un’interrogazione parlamentare, tra i primi firmatari i parlamentari eletti nelle fila del Movimento 5 Stelle Primo Di Nicola, Elio Lannutti e Gabriella Di Girolamo

Questi alcuni stralci dell’interrogazione ai Ministri dell’Interno, dell’Ambiente e dell’Economia in cui si faceva riferimento anche allo «smaltimento illegale dei rifiuti».

«Da numerosi articoli di stampa si apprende infatti il moltiplicarsi di episodi riconducibili alla "mafia dei pascoli", il fenomeno che vede coinvolti i pascoli delle montagne abruzzesi sfruttati da imprenditori senza scrupoli, con finte transumanze di bestiame, al solo scopo di intascare ingentissimi rimborsi dell'Unione europea, nell'ordine anche di 10.000 euro per ettaro. Un business che vale centinaia di milioni di euro e che riguarda anche le Alpi.

Come, pure, l'Abruzzo è stato luogo di smaltimento illegale di rifiuti tossici, che vede protagonista in particolare la zona della Marsica. O di interessi malavitosi sul turismo o, in particolare, sul settore dell'edilizia; a causa della "mafia dei pascoli", l'Abruzzo (come riportato in un articolo del quotidiano "Virtù quotidiane" dal titolo "Mafia dei pascoli, sui terreni abruzzesi le mani dei siciliani" del 15 gennaio 2020) è finito nell'ultima grande operazione della Direzione distrettuale antimafia di Messina, che in Sicilia ha portato all'arresto di 94 persone e al sequestro di 151 imprese agricole nell'ambito di un'inchiesta della mafia dei Nebrodi su presunte frodi ai danni dell'Unione europea attraverso appunto questo meccanismo. È emerso un business colossale per un giro di milioni di euro sottratti "legalmente" alla UE da grosse aziende e cooperative agricole, che affittano gli alpeggi montani, senza poi garantire l'effettiva presenza del bestiame, con capi figuranti di una transumanza inesistente, complici imprenditori, dipendenti dei centri di assistenza agricola e alcuni insospettabili, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, che avrebbe falsificato la titolarità dei terreni che servivano ai malavitosi per chiedere i contributi comunitari;è bene sottolineare, inoltre, che il meccanismo della "mafia dei pascoli" mette in crisi quelle categorie di lavoratori, agricoltori e allevatori onesti, incapaci di competere contro una subdola, pericolosissima infiltrazione malavitosa, portatrice di un degrado socio-economico che alla lunga potrebbe accelerare il progressivo spopolamento dei monti dell'Abruzzo. Inoltre, con la mafia dei pascoli non vi è alcun interesse da parte dei clan per la carne e il latte degli animali, che la legge impone che si pascolino su questi terreni. Ad essere "munti", in questo caso, sarebbero solo i soldi dei contribuenti europei».

L’operazione “Transumanza” «ricalca quanto da noi ipotizzato già anni fa come Associazione Caponnetto» hanno sottolineato Sabrina Nanni e Romano De Luca, responsabile molisano dell’associazione ricordando anche l’interrogazione del 2020. « Ricordo che quando ci occupammo del caso e preparammo  l’interrogazione c'era preoccupazione e scetticismo – ricorda Sabrina Nanni- esprimiamo pertanto piena soddisfazione per l'operazione di oggi che conferma la validità della nostra azione e fa sperare in un futuro di legalità per la nostra regione Abruzzo».

 

Foto: Sabrina Nanni

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