Sono trascorsi quasi 20 giorni dal ritrovamento di Alessandro Neri, e ancora molta nebbia offusca le ragioni, il movente e i volti dei suoi assassini.
Alessandro era davvero un bravo ragazzo, lo dicono i familiari, lo dicono gli amici, lo trapelano le indagini. Diverse sono state le testimonianze che “ certificano” la sua generosità, come ad esempio la bici del valore di mille euro regalata ad un amico disabile, oppure la ragazza assistita dopo il parto.
Nerino non aveva un lavoro, ma da ragazzo risoluto qual era, una fonte di reddito se l’era inventata: acquistava on line stock di merce, per poi rivenderla al dettaglio, principalmente computer, vestiti, telefonini. Le indagini a questo punto si sono concentrate sulle società con le quali Alessandro intratteneva rapporti commerciali, per non lasciare nulla al caso.
Per questo motivo gli uomini guidati dal colonnello Michele Iadarola, giovedì scorso sono andati a perquisire le sedi delle due società che nulla hanno a che fare con le famiglie Neri e Lamaletto, ma con coi Nerino intratteneva rapporti commerciali. Lo scopo è quello di ricostruire il ruolo del ragazzo di Spoltore all’interno di quest’aziende, e i guadagni dello stesso, visto che dalle movimentazioni bancarie non emergono grandi flussi di denaro.
Ma anche un altro aspetto della vita privata di Nerino ha colto l’interesse degli inquirenti: non si esclude la pista amorosa e di gelosia. Alessandro amava ed era amato dalla ragazze: bello, educato, con toni sempre a modo, non aveva una compagna fissa, ma confezionava relazioni con ragazze che potevano essere impegnate, anche a sua insaputa.
Per questo non si esclude che avrebbe potuto scatenare la gelosia di qualcuno che lui neanche conosceva.