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Frascari: "In Abruzzo persi circa 20mila alunni e la tendenza è destinata a peggiorare"

Lo Snals è per un tavolo permanente sul piano di dimensionamento della rete scolastica regionale 2025/2026

Redazione
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Non c'è più tempo da perdere. E lo dicono chiaramente i numeri: la nostra regione è tra quelle che ha subito maggiormente negli ultimi dieci anni il calo demografico con una riduzione complessiva di alunni vicino a 20.000 unità e le prospettive per i prossimi dieci anni sono ancora peggiori (Rapporto Svimez 2023) potendosi prevedere in Abruzzo una riduzione del 21% circa degli alunni nella fascia tra 5 e 14 anni, che si ripercuoterà inevitabilmente anche nel settore delle scuole secondarie di secondo grado. Sarà dunque una procedura che si ripeterà negli anni con tagli sempre più consistenti. 

"La giunta d’Abruzzo", spiega il segretario regionale Snals, Carlo Frascari, “ha approvato il piano di dimensionamento della rete scolastica per l’anno 2025/26. Il piano, che completa quello del precedente anno scolastico, prevede la soppressione complessiva, nei due anni, di 11 presidenze (non di istituti scolastici). Puntualmente, come accade da anni, si sono levate le proteste dei territori interessati, soprattutto le realtà delle aree interne della nostra regione, più interessate dalle riduzioni. Premesso che ogni soppressione è un fatto negativo per chi la subisce e per l’intera regione, occorre tuttavia tener conto di alcuni fattori che hanno portato a tale decisione. La riduzione delle presidenze è diretta conseguenza della legge 197/2022 che ha stabilito parametri più rigidi per definire gli istituti scolastici autonomi, ai quali assegnare un dirigente scolastico, sulla base del numero regionale degli alunni”. 

"Le Regioni", continua Frascari, “hanno l’obbligo di procedere ad applicare sul territorio tali nuovi parametri procedendo negli anni alla riduzione delle presidenze come comunicato dal Ministero. Non interessa qui entrare nella polemica politica delle decisioni del Parlamento (che si possono ampiamente contestare) ma di come queste decisioni siano poi applicate a livello regionale. Le province e i comuni, ognuno per le proprie competenze, presentano le loro proposte ad un Tavolo regionale composto dai rappresentanti della regione, dell’amministrazione scolastica, delle province e delle organizzazioni sindacali”. 

"Il tavolo", chiarisce Frascari, "esprime un parere non vincolante alla Giunta Regionale che provvede poi a definire il piano di dimensionamento. Al Tavolo si registra spesso il rifiuto delle Province di fare proposte di riduzione, in tal modo lasciando la decisione finale alla Giunta Regionale che ha l’obbligo di procedere. In tale prospettiva", conclude Frascari, “ lo Snals propone alle forze politiche, alle amministrazioni locali e alle altre organizzazioni sindacali l’istituzione di un tavolo permanente di confronto e proposta che sviluppi principi, prospettive e proposte”. E conclude: "Dovremmo, in buona sostanza, superare gli interessi localistici per arrivare a soddisfare il diritto dei nostri alunni ad avere in futuro un sistema scolastico che sta velocemente e drammaticamente modificando i suoi paradigmi".

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