Oltre duecento persone hanno partecipato alla rievocazione storica de ‘La Tavola dei Morti’, la manifestazione promossa per il sesto anno consecutivo dall’Associazione Fontevecchia, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio della Regione Abruzzo e del Comune di Spoltore, nella notte tra il primo e 2 novembre lungo i vicoli del Borgo Case Troiano. Ad animare la tradizione sono state le figure allegoriche della Processione dei Frati Morti, de Lu’ Mazzamurille’, il Pulcinella abruzzese, trait d’union tra il mondo dei vivi e quello dei morti, i Cavalieri erranti, le anime del Purgatorio, le anime pezzentelle, e le Zampogne, per riscoprire alla fine del percorso, attraverso la narrazione teatralizzata, il rito tutto abruzzese del lasciare le tavole imbandite in quella notte speciale per accogliere il ritorno e il transito delle anime dei cari defunti. Un percorso negli aneddoti e nelle storie raccontate dai nostri nonni che mira quindi alla riscoperta dei riti legati alla commemorazione dei defunti tipicamente italiani e che nulla hanno a che vedere con Halloween. “Con la ‘Tavola dei Morti’ – ha ricordato il Presidente dell’Associazione Fontevecchia Troiano aprendo la manifestazione alla presenza dell’assessore alla Cultura del Comune di Spoltore Roberta Rullo -, celebrazione che non ha nulla a che vedere con le feste anglosassoni, vogliamo raccontare ai più giovani e riportare alla luce una tradizione importante per la nostra storia, appunto il dovere di onorare nella maniera più giusta, rispettosa e opportuna quelle persone che hanno fatto parte della nostra vita e che in quella notte, vuole la narrazione, tornano nelle loro case per un breve attimo, a salutare i propri cari. Tradizione del centro-sud vuole che in quella notte le famiglie lascino la tavola imbandita come nei giorni di festa, con le migliori cibarie del mondo contadino, maccheroni al sugo, pollo al forno con le patate e la pizza dolce, proprio per dare il benvenuto ai propri cari”. L’evento, completamente gratuito, ha preso il via alle 19, dinanzi alla sede della Motorizzazione civile, con il ‘Racconto dei Luoghi’, e, con la sola luce delle candele al suono delle zampogne del maestro Matteo Di Marco, è partito il cammino verso il Borgo Case Troiano, seguendo un percorso delimitato dai lumini, e con alcune pause, ciascuna delle quali è stata caratterizzata da un racconto su vicende e personaggi che hanno caratterizzato il Borgo stesso. Lungo la stradina del borgo, alla ‘vutate de lo lope’, si è incrociata la Processione dei Frati Morti accompagnati dai Cavalieri erranti di Marco De Marinis e la Compagnia di Rievocazione medievale, con la storia dei ‘tre vivi e tre morti’, che ha accompagnato i presenti sino all’oliveto dove ad aspettare il pubblico c’era ‘Lu’ Mazzamurille’, spiritello dispettoso abituato a prendersi gioco dei vivi, e la ‘tomba del Cavaliere’. All’ingresso del Borgo Case Troiano è stato allestito l’Altare devozionale per le anime del purgatorio, con la rappresentazione della Processione dei Frati ricostruita dal Maestro presepista di Napoli Aldo Vucai, e quindi la tappa nell’aia con il combattimento mortale tra i Cavalieri erranti. Infine la visita delle abitazioni con le tavole imbandite per la cena accompagnati dal ‘Cantore di Ognissanti’ e dal suono delle zampogne. All’esterno di ogni abitazione l’illustrazione dei simboli, come il sacchetto di grano, la scopa rovesciata, la bacinella, il bastone, e, ogni volta, la scoperta delle ragioni di quelle presenze che affondano le radici nella tradizione abruzzese. Durante la serata è stato possibile rendere omaggio alla Chiesa della Santissima Trinità, situata nel borgo, regolarmente aperta: l’ingresso è stato caratterizzato dalla presenza di un ‘Pulcinella abruzzese’, quale trait d’union tra il mondo dei vivi e quello dei morti, e, secondo le antiche credenze, il primo che è entrato ha liberato un’anima del Purgatorio. Al termine dell’evento, rigorosamente gratuito, a tutti i partecipanti è stato offerto il ‘cibo penitenziale’, “un cibo povero contrapposto a quello ricco delle tavole, proprio perché la tavola imbandita doveva essere riservata ai defunti”, ha ricordato il Presidente Troiano. Dunque anche il cibo rituale è stato rigorosamente rispettoso della tradizione, costituito da ‘il grano dei morti’, ossia grano saraceno bollito con noci, melograno e mosto cotto, fave lesse, ceci abbruscati, zucca e patane e vino rosso, un’occasione dunque per riscoprire una tradizione diffusa in tutto il meridione sino agli anni ’60 e che purtroppo si è andata perdendo. Sabato 9 novembre, per il terzo anno consecutivo, l’evento verrà replicato a Napoli con la ‘Processione dei Frati Morti’, evento che aprirà di nuovo il ricco cartellone del lungo Natale partenopeo, dove l’Associazione Fontevecchia sarà affiancata dagli amici dell’Associazione culturale ‘Camminando Insieme’ di Chieti, che conta oltre cento soci, e a Napoli sarà accolta dall’Associazione de ‘I Sedili di Napoli’, con i quali si riporterà alla luce anche la tradizione partenopea de ‘Le Cascettelle dei Morti’.