Sabato 27 gennaio, in un’aula Paolo VI completamente tinta di rosso dalle divise di 6mila volontari, Papa Francesco ha voluto incontrare in Vaticano la Croce Rossa Italiana in udienza privata, ricevendo il saluto del Presidente nazionale Francesco Rocca.
Una giornata bellissima ed emozionante anche per i 20 volontari, guidati dal Presidente Pierluigi Parisi e dal suo Vice Franco Probi, che hanno rappresentato gli oltre 350 soci del Comitato CRI di Spoltore.
«La cultura dello scarto causa un numero imprecisato di invisibili, imprigionati “nel cono d’ombra dell’indifferenza”, il vostro lavoro, invece, richiama “la figura evangelica del Buon Samaritano” e genera speranza per il futuro dell’uomo». Con queste parole di riconoscenza Papa Francesco ha voluto salutare i membri della Croce Rossa Italiana. «Uomini e donne – ha sottolineato a braccio – che rappresentano veri “profeti”, capaci di risvegliare il mondo indifferente, di “schiaffeggiare”, con le parole e la testimonianza, l’egoismo sociale. La cultura dello scarto è una cultura senza volti».
Agli uomini e alle donne della CRI il Pontefice ha voluto riconoscere il “servizio insostituibile” reso, soprattutto per la capacità di riconoscere in ogni individuo un volto “unico e irripetibile“, uomini e donne che invece la “cultura dello scarto” tende ad escludere, senza udirne il richiamo e percepirne le sofferenze. La Croce Rossa Italiana, invece, insieme con il Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, si rende promotrice “di una mentalità radicata nel valore di ogni essere umano“, e di una prassi che mette “al centro della vita sociale non gli interessi economici, ma la cura delle persone“.
«Ma voi avete una politica: – ha poi detto il Santo Padre – questa è la vostra politica. E qual è il vostro partito politico? Il vostro Presidente lo ha detto: voi siete del partito politico dei più bisognosi, di quelli che hanno più bisogno».
Papa Bergoglio ha anche ricordato che chi «guarda gli altri con gli occhiali dell’amicizia, e non con le lenti della competizione o del conflitto, si fa costruttore di un mondo più vivibile e umano». Un pensiero speciale ha voluto poi dedicarlo ai “martiri” della solidarietà, ai tanti volontari di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa che nel mondo hanno “donato” la propria vita per soccorrere quanti erano nel bisogno.
Francesco Rocca nel suo messaggio di saluto al Santo Padre aveva detto tra l’altro che «L’estensione della sofferenza umana nel mondo di oggi non ha precedenti. Ma troviamo sempre ispirazione nei suoi messaggi, Santo Padre. Per noi non esistono crisi dimenticate o posti remoti. Per le donne e gli uomini della Croce Rossa, l’umanità è il principio guida che diventa realtà nelle zone di conflitto, sulle navi di ricerca e soccorso nel mar Mediterraneo, nel Centro Italia subito dopo le scosse di terremoto, tutti i giorni con gli anziani, i bambini, i senza fissa dimora, i più deboli, tutti quelli che rischierebbero di diventare invisibili. Accogliere, proteggere la dignità di ogni essere umano, promuovere l’integrazione sono per noi priorità, che tante volte abbiamo ascoltato anche nei suoi appelli recenti».
Durante l’udienza, Rocca ha anche ricordato l’enorme tributo di sangue dei volontari della Mezzaluna Rossa in Siria: «Dall’inizio del terribile conflitto, 73 nostri volontari, 65 siriani e 8 palestinesi, hanno perso la vita mentre portavano aiuto e assistenza in ogni angolo della Siria, guidati dai principi di neutralità e imparzialità».