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Spoltore s'illumina di blu per l'iniziativa sull'autismo; la parola all'esperto

La Dottoressa De Federicis parla dell'autismo

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Il Comune di Spoltore ha celebrato la Giornata Mondiale per la consapevolezza dell’Autismo, istituita dalle Nazioni Unite nel 2007: nella serata di ieri il Convento di San Panfilo si è magicamente illuminato di blu, colore della conoscenza e della sicurezza.

Sulla facciata della struttura del Convento uno striscione ha ricordato l’hashtag lanciato per l’occasione #micolorodiblu: un monito forse, un invito ad abbracciare idealmente tutti coloro che soffrono di autismo, e le loro famiglie che talvolta sono vittime di una società che fa difficoltà a comprendere e che appunto dovrebbe essere istruita sul problema.

A dare il via all’illuminazione è stato il sindaco Luciano Di Lorito, che ha dichiarato: “non bisogna mai chiudere gli occhi davanti a ciò che non si conosce, ma comprendere e contribuire alla nascita di una società più inclusiva”.


“E’ nostra intenzione replicare tale iniziativa ogni anno" - ha affermato l’assessore alle Politiche Sociali Carlo Cacciatore, ringraziando la cittadina Antonella Damiani per la collaborazione; tra i presenti, c’erano anche il Presidente del Consiglio Lucio Matricciani, i consiglieri comunali e il comandante della stazione dei Carabinieri di Spoltore Silvio Tomassini.

 

Ma cos’è l’autismo?

Per avere le idee più chiare su questo problema, è sembrato opportuno dare la parola ad un esperto, la Dottoressa  De Federicis Alessandra, Consulente ABA- VB.

“Intanto l’autismo è una patologia di cui ancor oggi non sono ben note le cause: si ipotizza una teoria multifattoriale, nel senso che sono molteplici i fattori concomitanti che sembrano esporre a tale disturbo. Si tratta di un disordine che coinvolge e compromette il livello cognitivo, l’interazione sociale, uno degli elementi che maggiormente incide sulla prognosi è il deficit di comunicazione verbale.

Certi sono i dati epidemiologici che parlano di una proporzione 1 a 100, ovvero ogni 100 nati 1 sarà autistico, quindi parlo per gli insegnanti: ciò significa che in ogni 4-5 classi ci sarà un alunno con tali problematiche. E’ doveroso sottolineare la differenza tra un soggetto normotipo che vede un apprendimento dall’ambiente naturale e automatismi (capacità di trasferimento e generalizzazione delle abilità acquisite) e un soggetto autistico che ha predisposizione e strutturazione dei tempi e degli spazi di apprendimento ed esposizione ripetuta e massiva.  

A partire da tali premesse l’intervento che ad oggi dà migliori risposte e che trova sostegno anche presso le linee SINPIA sarà:

-individualizzato, personalizzazione di un curriculum adattate alle esigenze del bambino;

-precoce, la precocità rende possibile la sistematizzazione e la riorganizzazione delle esperienze percettive del bambino poiché le strutture encefaliche non hanno ancora assunto una definitiva specializzazione funzionale ma le funzioni mentali sono ancora in fase di maturazione e differenziazione;

-intensivo, sono richieste un numero minimo di ore settimanali di terapia per l’implementazione dei programmi;

-integrato, sono coinvolte tutte le figure che compaiono nei contesti di vita del bambino, ovvero scuola, famiglia, centro.

Sottolineo che tale intervento è noto come Analisi Applicata del comportamento, si propone il miglioramento di comportamenti socialmente significativi, cioè quei comportamenti utili all’inserimento del soggetto nella propria comunità sociale.

Le figure professionali che concorrono a determinare l’equipe di lavoro sono:

-supervisore, figura specialistica con formazione ovvero un corso teorico-pratico in ABA e con esperienza a sua volta supervisionata, il supervisore dovrà valutare il profilo di funzionamento del soggetto e stilare il programma di intervento monitorando il lavoro e revisionandolo periodicamente;

-terapisti: operatori opportunamente qualificati che sappiano implementare le procedure e le strategie  suggerite dal supervisore;

-insegnanti: è necessario che siano recettivi alla formazione in quanto senza tali strumenti il loro operato rischierebbe di essere inefficace e scarsamente incisivo, questi bambini hanno bisogno di figure preparate in quanto il tempo per loro è una risorsa importante, non possiamo permettere che trascorrano una porzione di tempo così importante come quello scolastico senza che questo sia per loro finalizzato e funzionale agli apprendimenti.

La presa in carico quindi prevede: diagnosi, stesura del programma di intervento, formazione degli operatori, supervisioni mensili, rivalutazioni periodiche del processo terapeutico. L’efficacia del trattamento sarà data da intensità del trattamento, competenze del terapeuta, durata del trattamento”.

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