L'epopea della Famiglia Peduzzi

Loris Di Giovanni
01/08/2016
Tradizioni
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Il 16 settembre del 1969, quaranta anni fa, presso lo studio del Notaio Di Santo di Pescara, Piero Peduzzi, industriale, nato a Pianella il 14 maggio del 1936 e la di lui consorte Maria Nicolina Sergiacomo, di famiglia di imprenditori pennesi, costituivano la “PEDUZZI SETTIMIO s.r.l.” con sede legale a Pescara, via del Nuovo Tiro a Segno, n. 90. Il capitale iniziale 900.000 lire fu suddiviso in 900 quote di 1000 lire ciascuna. La società aveva per oggetto la produzione ed il commercio di bevande gassate, birre, acque minerali e bibite in genere.

Il 20 ottobre dello stesso anno Donna Maria Torlontano in Madonna, possidente pescarese, acquista da Piero 10 azioni che, di lì a poco, cede al commercialista Giulio Silvio Del Federico, originario di Cugnoli.
Il 3 marzo del 1970 sarà proprio il professionista a presentare il bilancio della ditta che vede già un attivo di 41.215 lire che, nell’anno successivo passerà a ben 102.538.

Il 30 dicembre del 1972 la società si trasforma da srl a società in accomandita semplice. Il capitale sociale viene diviso per parti uguali tra Piero, socio accomandatario e Nicolina, accomandante.
Viene modificato, ampliandolo, anche l’oggetto sociale. Il nuovo art. 3 dello statuto così recita: "la società ha per oggetto la produzione e il commercio di bevande gassate, acque minerali, birra, bibite in genere, latte e derivati, prodotti alimentari in genere, nonché le attività di trasporto in conto proprio e di terzi".

Nella denominazione della ditta Piero voleva ricordare il papà Settimio (1896-1947), settimo figlio, da lì il nome, di Pietro e Martina Peduzzi.
Quest’ultimi, nel 1885, si stabilirono a Chieti provenienti dalla Valle d’Intelvi, lasciando il paese di Schignano in provincia di Como.
I Peduzzi di Madrano sono ancor oggi chiamati “Schignèi”, dal toponimo Schignano di dove sono originari e da cui si irradiavano in tutto l'alto Ticino i “teciàt”, ovvero i carpentieri.

La Val d’Itelvi, fin dal XXII secolo, come documentano le fonti, ha sempre fornito mastri muratori e scalpellini a tutta l’Europa, gente che venne spesso raggruppata nel termine generico di “Mastri Antelami”, compresi nella grande stirpe dei “Mastri Comacini”, cioè del Comasco.
I Peduzzi furono precursori di una colonizzazione di imprenditori nella valle del Pescara in tempi in cui investire in questa zona poteva essere considerata una follia.
Pietro Peduzzi e i soci, i signori Ceschina, avevano un’impresa di costruzione ed erano venuti a Chieti per costruire strade e ferrovie. Si ricordano, tra le tante opere, la Ferrovia Pescara-Roma, troncone di Chieti, e anche la strada che da Pianella porta a Caprara, dove un socio si stabilì col piacere di godere della natura e della cortesia degli abitanti di quel luogo tanto ameno.

I coniugi Peduzzi presero dimora a Chieti città, punto nevralgico per i traffici e per stabilire rapporti di lavoro, riattando un vecchio mulino a vento, ampliandolo e adibendolo a dimora della famiglia di sette figlioli.
Pietro intuì da subito che alla costruzione delle strade ferrate avrebbe dovuto abbinare un’altra attività che, col tempo, si rivelò un ottimo investimento: la “Premiata Fabbrica di Acque Gassose e Seltz Peduzzi”, che per settant’anni fu il vanto della città di Achille.
Invero un primo tentativo imprenditoriale di Pietro nel settore dell’imbottigliamento e della diffusione di bevande risale al lontano 1890: da un elenco delle antiche birrerie d’Italia si rinviene in Como una ditta “Birra Pietro Peduzzi” risalente a quell’anno.

Gli avventori dello storico Caffè Vittoria lungo il Corso Marrucino gustavano ogni giorno le sue bevande: celeberrima la gassosa, ai più nota come lo “Champagnino Peduzzi”. Una loro figlia, Vittoria, sposerà Attilio Barattucci, figlio di Giulio (1837-1898), il creatore del “Corfinio”.
Settimio Peduzzi sposò nel 1935 Maddalena De Nicola (1908-1973).

A lui il padre aveva affidato la zona di Pianella e dintorni per aprire una “Fabbrica di Bevande Gassate”, in quanto questa zona era già servita dalla Ditta Peduzzi di Chieti che vi aveva un deposito presso i signori Di Pentima, soprannominati Sgarrone.
Settimio, imprenditore nato con la voglia di osare, portò avanti la sua attività fino al 1947 quando la morte lo colse ancora in pieno fermento e nel suo entusiasmo proverbiale: celebri i suoi innovativi slogans per reclamizzare i prodotti della sua ditta, tra i quali la celebre Aranciata Augusta.

Partecipava agli avvenimenti culturali e ricreativi; a Pianella molti ricordano ancora oggi la sua “Filodrammatica Teatrale”, affinché gli abitanti potessero impiegare al meglio il tempo libero per il loro godimento e per quello di chi abitava nei paesi vicini.
Nell’opera filantropica era sostenuto dalla moglie Donna Maddalena, sua compagna devota, che, alla sua morte, prese le redini della già avviata fabbrica di bevande gassate, coadiuvata più tardi dal figlio Piero (1936-1991) che negli anni ’60 sposò la Signora Nicolina, una Sergiacomo, figlia di maestri pastai in Penne.

Piero ha lasciato un segno indelebile nella storia della S.O.I.M.S. (Società di Istruzione e di Mutuo Soccorso) pianellese, luogo storico in cui generazioni di imprenditori illuminati, Sabucchi e de Felici in primis, hanno esercitato la dote della filantropia e dell’amore per il prossimo. Sovvenzionò per anni un premio, “La Pagella d’Oro”, consistente in borse di studio per i figli dei soci che si erano distinti per profitto e condotta a scuola.

La Pro Loco di Pianella ha fatto suo da diversi anni l’antico premio riproponendolo nella prima settimana di gennaio e ancor oggi, tra i banchi degli sponsors, si può vedere la riservata signora Nicolina che porta avanti le idee e i progetti del consorte.

I figli, Gianluigi e Maria Stefania, nelle cui vene scorre il sangue di antichi imprenditori e pastai, hanno creato “La Rustichella d’Abruzzo”, fiore all’occhiello dell’imprenditoria abruzzese e italiana nel mondo.

(Foto presa dal profilo Facebook "La Rustichella d'Abruzzo")

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