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La "Baker Hughes" annuncia il licenziamento di 98 lavoratori; l'azienda rifiuta proposte alternative

I sindacati si interrogano: è vera crisi o si guarda all'Estero?

Redazione
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L'Azienda Baker Hughes ha annunciato, in Abruzzo, il licenziamento di 98 lavoratori.

"La multinazionale - denunciano i sindacati - non ha intenzione di andare avanti con gli ammortizzatori sociali concessi in caso di riorganizzazione perchè non riuscirebbe a garantire un piano d'investimento e i livelli occupazionali. Che il settore petrolifero stia attraversando una crisi profonda e' evidente: ma siamo sicuri che la Baker Hughes voglia rimanere nel territorio abruzzese?"

I lavoratori e i rappresentanti della Filctem Cgil, della Femca Cisl e della Uiltec Uil, in questi giorni, hanno scioperato contro il piano di licenziamento presentato il 17 agosto a Roma davanti ai rappresentanti del ministero.

La Società multinazionale, che nella sede Villanova di Cepagatti impiega 178 addetti, "ha anche rifiutato una proposta delle Organizzazioni sindacali presentata alla fine del mese di agosto ad un incontro tra Regione, sindacati e i vertici dell'azienda. La Baker Hughes che ha già usufruito della Cassa integrazione straordinaria per crisi ed in deroga, fino al mese di agosto 2016, per richiederla deve attendere altri 5 mesi. La Regione ha avanzato la possibilità di usufruire per quei mesi di fondi e con l'eventualità per i lavoratori di utilizzare l'aspettativa non retribuita: una soluzione a zero costi per l'azienda che è stata rifiutata".

La Baker Hughes, che presta servizi per le grandi aziende petrolifere nelle attività estrattive sta procedendo verso i licenziamenti collettivi. Come affermano isindacati:

"Non vuole considerare soluzioni alternative che abbiano un minore impatto sul territorio regionale in termini occupazionali ed economici andando anche contro un percorso delineato con la precedente dirigenza internazionale. Infatti la Baker Hughes Italia da qualche mese ha un management russo che ha deciso di licenziare senza percorre strade alternative".

"E' inaccettabile che l'azienda rifiuti la nostra proposta e quella della Regione: una soluzione senza costi con la possibilità di usufruire di altri 16 mesi di cassa integrazione straordinaria e avrebbe consentito, inoltre di non perdere le alte professionalità in attesa di una ripresa del mercato petrolifero, in cui già si intravedono dei segnali di ripresa"- hanno concluso i segretari regionali della Filctem Cgil, Carlo Petaccia, della Femca Cisl, Stefano Di Crescenzo, e della Uiltec Uil, Giovanni Cordesco.

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