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Messa per Alessandro: un intera città ricorda Nerino

La madre: aiutatemi ad trovare il colpevole

Redazione
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Spoltore – è stato il giorno del ricordo, della preghiera. Nonostante non ci fosse la salma, i famigliari hanno voluto ricorda il giovane Alessandro Neri, ritrovato assassinato lo scorso 8 marzo, nella casa del Signore, nella parrocchia di San Camillo de Lellis a Villa Raspa. Una moltitudine di persone hanno voluto stringersi al dolore della famiglia Neri, tra i tanti anche il Sindaco di Spoltore, Luciano Di Lorito.

Ad officiare la santa messa è stato don Cristiano che nell’omelia ha detto:

Insieme vogliamo affidare a Dio Alessandro, Lo portiamo nel cuore, con la sua magica bontà. Chi lo ha conosciuto lo sa, la bontà era la sua forza e la sua più grande debolezza, ecco perché ha pagato il prezzo più alto. La cosa più innaturale che possa accadere su questa terra - è un genitore che perde un figlio. Quando la persona cara che si perde è un figlio, per di più perso in una situazione brutta, questo vuoto credo si possa chiamare col suo nome: baratro. Mi ha colpito in questi giorni che tutta la nostra città di Pescara e non solo ci siano stati in qualche modo dentro. Dentro questo vuoto. Le persone che amiamo sono con noi sempre, oltre la dimensione dello spazio e del tempo. In questa settimana sono sempre andato a casa di Laura e Paolo Neri e ho sempre trovato tanta gente. Si sentiva l'aria di una famiglia accogliente, piena, con mille difficoltà e fragilità come tutte le famiglie. Vi ringrazio pubblicamente perché la dignità con cui affrontate questo dramma per me è stata molto edificante. Esternamente possiamo chiedere di fare chiarezza alle forze dell'ordine e alle autorità competenti, come fanno i parenti. È giusto sapere la verità, ma questo sarebbe troppo poco. Non toglie il buio. È qualcosa di fuori e le cose di fuori sono sempre molto superficiali. Noi possiamo non scappare da questo vuoto, possiamo abitarlo. E quando non scappo dal baratro e dal buio - ha aggiunto - mi accorgo che quel buio e quel baratro non mi risucchiano, non mi ammazzano. Un vuoto abitato, con tutto il suo dramma, con la forza interiore che ognuno ha, comincia a diventare un pieno. Oggi Alessandro con la sua storia ci presenta un vuoto immenso. Quando non scappiamo dai vuoti, la vita rinasce e acquista in qualche modo un'altra dimensione. Questo vuoto non lo possiamo illuminare ma alla famiglia di Alessandro possiamo dire "siamo con voi dentro questo vuoto"

Torna a lanciare ancora una volta un appello Mamma Laura:

Ve lo chiedo in ginocchio: aiutatemi a trovare il colpevole. Vi prego, per favore, non fate che mio figlio sia morto invano

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