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Immigrati a Moscufo: il sindaco incontra i cittadini

Visto il centro di accoglienza straordinario sorto a Moscufo il sindaco Ambrosini ha incontrato i cittadini

La Redazione
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Si è svolto a Moscufo ieri 17 gennaio l’incontro tra l’amministrazione comunale e la cittadinanza in merito alla questione che tiene banco in questi giorni le cronache del paese: ovvero il CAS ( centro accoglienza straordinario) e le azioni che il comune ha intenzione di intraprendere al riguardo. 

Il sindaco Alberico Ambrosini, ha illustrato al meglio tutta la situazione, spiegando che purtroppo il comune poco ha potuto, dal fatto che nell’istituzione del CAS, l’amministrazione non ha voce in capitolo, essendo una cosa gestita direttamente dalla prefettura con i privati

L'unica cosa che il comune ha dovuto e ha potuto riscontrare, sono i requisiti edilizi, urbanistici e strutturali dell’edificio che a parere dell’ente, l’edificio non possiede, non essendo munito ad esempio l’allaccio alla rete fognaria.

L’amministrazione comunale non è contro l’accoglienza, ma vuole che questa venga fatta rispettando criteri di eticità e rispetto dei cittadini presenti, ma soprattutto degli ospiti che hanno diritto ad un alloggio dignitoso e civile.

I cittadini hanno manifestato paura per il numero delle persone che dovrebbero arrivare nei prossimi giorni, ricordiamo che al momento gli ospiti sono 10, ma è probabile che possano arrivare anche oltre i 40.

Queste persone, si ritroveranno alloggiate, senza nessun impegno lavorativo e civile, e si rischia che un piccolo quartiere come Bivio Casone, si ritrovi ad ospitare rifugiati senza poter offrire loro i servizi necessari. 

L’amministrazione comunale crede che l’accoglienza debba essere fatta con criterio e finalizzata all’integrazione, per questo ha deciso di aderire alla rete SPAR, il Sistema di Protezione per richiedenti Asilo e rifugiati.

Aderire alla rete SPAR, significa avviare un processo di accoglienza di secondo livello, finalizzata all’integrazione, e il Comune di Moscufo, sta valutando se farlo con i nuclei famigliari ovvero rivolgersi ai bambini con una casa famiglia. 

Il comune ha presentato la domanda che avrà come termine ultimo il prossimo 31 marzo, ed entro luglio avrà una risposta e l’accesso ai fondi. Un eventuale adesione nella rete SPAR , bloccherà tempestivamente le iniziative private nella realizzazione dei Centri Accoglienza Straordinari, che appaiono poco organizzati e per nulla finalizzati all’integrazione.

Lo scopo di quest’incontro è quello di fare chiarezza sulla questione che vi interessa direttamente, è l’occasione per farvi capire quella che è la posizione del comune e le iniziative che il comune intende intraprendere.

Così ha inizio la ricostruzione dei fatti il sindaco Ambrosini , ai cittadini:

L'amministrazione comunale era allo scuro della vicenda, fino al 22 dicembre, quando una delle persone locate nello stabile, ha chiesto di ricevermi e mi ha raccontato la sua triste storia, che fu invitata ad andarsene perché la sua abitazione era stata data ad una società che doveva trasferirci un CAS. In questa occasione la signora ci ha elencato delle criticità dell'abitazione, che prontamente abbiamo segnalato alla prefettura, incaricata di dare o meno l'autorizzazione al CAS.
Il 27 dicembre ho fatto una seconda comunicazione alla prefettura, dove specificavo ad esempio che la struttura non era in possesso del collegamento alla rete fognaturia.
Con questa seconda segnalazione sono stato contattato dal titolare dell'immobile e insieme siamo stati ad una riunione in prefettura dove ho esposto tutte le criticità rilevate e tutti i dubbi per  le autorizzazioni edilizie urbanistico di conformità e strutturali dell’immobile non adatto ad accogliere 50 persone. La prefettura si è organizzata con funzionari e vvff, e disse che avrebbero controllato e nel caso si sarebbe prima dovuto sistemare l'immobile e poi sarebbe stato utilizzato. Parliamo di agibilità e conformità degli impianti, nel rispetto di chi ci vive e di chi viene ospitato.
Questo incontro mi ha tranquillizzato, perché mi sembrava che tutti cercassimo la soluzione migliore per chi viene ospitato e  per chi si trova ad accogliere ed affrontare una situazione nuova.
Il 3 gennaio, mi chiama il maresciallo e mi dice che nel pomeriggio trasferiscono 10 persone, ma in comune non avevamo visto nessuno dei documenti richiesti. Per questo chiamai la prefettura, il vicario mi disse che era vero, che la ditta diceva di avere autorizzazioni, e la cosa si doveva fare.
Per la mattina seguente si stabilisce un altro sopralluogo, ma la prefettura non torna indietro nella sua posizione, perciò scrissi al prefetto e al procuratore della repubblica, chiedendo di avere accesso alla documentazione per confutare la pubblica amministrazione.
Noi dell'amministrazione comunale vogliamo essere sicuri che siano rispettate tutte le regole nel rispetto dei cittadini e delle persone ospitate, per questo noi ci battiamo, senza dimenticare le persone che ci abitavano e che sono state costrette ad andare via."

 

Conclude così il sindaco Ambrosini.

Ad oggi l’amministrazione comunale è ancora in attesa di ricevere la documentazione che certifica il possesso dei requisiti strutturali ed edilizi della struttura. Qualora, essi vi siano come sostenuto del titolare dell’immobile, è pronta ad intervenire, per una costruttiva collaborazione al fine di garantire una giusto equilibrio tra accoglienza e sicurezza.
 

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