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"La vite è donna", successo per i vini abruzzesi al femminile in Friuli Venezia-Giulia

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n una delle località più esclusive d’Italia – Portopiccolo Sistiana sul Golfo di Trieste, tra i castelli di Miramare e di Duino – è andata in scena lo scorso weekend, 8 luglio, la degustazione al femminile più vasta d’Italia. Ben 77 produttrici provenienti da ogni regione si sono date appuntamento per presentare un percorso enologico unico nel suo genere: dal Barolo al Nero d’Avola, includendo il Cerasuolo e il Montepulciano d’Abruzzo. Un viaggio tra oltre 150 etichette da Nord a Sud. Alla manifestazione hanno preso parte importanti personalità tra cui, Donatella Cinelli Colombini presidente nazionale dell’associazione Le Donne del Vino, Cristiana Cirielli organizzatrice e delegata Friuli-VG dell’Associazione Le Donne del Vino, e  la presidente della Regione Friuli-VG, Debora Serracchiani, che ha espresso un sincero apprezzamento per i vini abruzzesi rappresentati per l’occasione dalla delegata Abruzzo Jenny Viant Gómez e le produttrici Isabella Iezzi Rabottini, Cantina Rabottini con “Per Iniziare” Cerasuolo d’Abruzzo Doc e “A Salire” Montepulciano d’Abruzzo Doc, ed Aurelia Elisa Mucci, Cantine Mucci con “Valentino” Cerasuolo d’Abruzzo Doc e “Santo Stefano” Bianco Terre di Chieti Igp, Falanghina e Trebbiano.  

La degustazione “La vite è donna” è stata preceduta da un importante e vivace momento di confronto e approfondimento incentrato sulla figura del sommelier, dal titolo “Gli amici di sala, sommelier per amico”. Le donne sono circa il 30% dei sommelier italiani e continua ad aumentare la loro partecipazione ai corsi di formazione. La prima donna sommelier diplomata è stata la piemontese Laura Pesce nel 1972; la sarda Lucia Pintore è stata la prima campionessa italiana dei sommelier nel 1987, anche se prima di lei Franca Rosso di Tavagnacco (Udine) arrivò a pari merito con un uomo sommelier nel 1975  (negli annali dell’Ais resta prevalentemente il nome maschile). La prima presidente donna di un’associazione di sommelier (FISAR) è Graziella Cescon nel 2015 e la prima a dirigere  una testata di sommelier è stata Marzia Morganti nel 2003. Tuttavia, la presenza femminile fra chi si occupa del vino nelle sale dei ristoranti è ancora scarsa, eppure le sommelier donne fanno vendere più vino e soprattutto le bottiglie più care, risulta da dichiarazioni dei titolari di importanti ristoranti newyorkesi. Di queste tematiche hanno relazionato Donatella Cinelli Colombini, Pia Donata Berlucchi, Alessandra Fedi, Lidia Bastianich in collegamento dall’America,  Rossana Bettini Illy, il sommelier Gianluca Castellano che ha parlato di sfera  emozionale e degli abbinamenti, Carlos Santos (Amorim Cork) e Luca Bini (designer del vetro); tutti con il coordinamento di Simona Migliore.

Dalle conclusioni del convegno è emerso che le donne scelgono il vino tenendo in considerazione la pietanza da abbinare e  il gusto delle persone con cui condivideranno il vino. Quindi, l’aumento di donne che  scelgono il vino in qualità di clienti e lo propongo in qualità di professioniste del settore consente di dare più spazio agli abbinamenti mirati tra cibo e vino, lasciando così più margine alla  mescita di vino al calice in funzione del cibo, con i conseguenti vantaggi economici per i gestori.

“La vite è donna” sin dall’esordio si profila come un evento di riferimento nel panorama enogastronomico.

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