Il Consiglio superiore dei lavori pubblici da ragione al M5S. Le enormi e costose vasche di laminazione in cemento proposte da DâAlfonso non risolvono il problema dellâesondazione del Pescara.
Il progetto non risolve il problema perché non tiene conto degli affluenti del fiume Pescara, i terreni argillosi non sono idonei allâopera e lâaspetto procedurale ha bisogno di numerose verifiche. Queste, in sintesi, le osservazioni del Consiglio superiore dei lavori pubblici sul progetto delle vasche di laminazione approvato dal presidente DâAlfonso.
Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nell'adunanza del 27 gennaio 2017 tra le altre cose scrive âRisulta evidente ricordare la insostenibile frequenza degli allagamenti della città di Pescara e del porto ai quali, di per sé, l'opera progettata non sembra essere in grado di porre sostanziale rimedio...â
âLe osservazioni poste dal consiglio dei lavori pubblici danno ragione al M5S che, dallâinizio, ha sollevato numerose perplessità su questa colata di cemento dal costo di 55 milioni di euroâ commenta Domenico Pettinari, consigliere M5S in regione Abruzzo. âUna somma di denaro importante che rischia di essere un ennesimo spreco senza che il problema dellâesondazione del fiume Pescara sia risoltoâ.
Il M5S ha presentato unâopera di più ampio respiro e più risolutiva, proprio come auspicato dal Consiglio. Si tratta della proposta Cemento zero che prevede piccoli bacini naturali lungo tutto il corso del fiume. Unâopera di ingegneria naturalistica meno costosa e davvero risolutiva. âSi tratterebbe di laghetti di piccole dimensioni, con capacità medie intorno ai 30.000 mc, che complessivamente garantirebbero di contenere circa 30.000.000 mc di acqua, circa 8 volte la capacità delle vasche di laminazione proposte dallâattuale Giunta regionaleâ spiega Pettinari âSarebbero realizzate con dighe in terra con una minima parte in cemento sul colmo necessaria alla fuoriuscita dellâacqua in caso di riempimentoâ.
âAbbiamo calcolato che con 55 milioni di euro si potrebbero realizzare addirittura fino a 1000 âlaghettiâ collinari, ne servono molti meno per una capacità di assorbimento della portata in caso di piena fino al 70%â incalza Pettinari. âI âlaghetti diffusiâ verrebbero realizzati solo sui corsi dâacqua temporanei del bacino idrografico del Pescara. à bene precisare, infatti, che non è intenzione del progetto M5S sottrarre acqua alla normale portata del fiume ma raccogliere solo le acque in più dovute alle precipitazioni. Attraverso lo sfruttamento delle centinaia di fossi già esistenti, dunque, non si renderebbe necessario scavare dei giganteschi invasi ma solo chiudere a valle quelli già esistenti in natura, garantendo una forte riduzione anche in termini di costi economici e garantendo la piena.