"Anatomia poetologica": la poesia visibile agli occhi diventa una mostra

Il genio pescarese si unisce a quello spoltorese per creare una performance fotografica di poesia

Alessandra Renzetti
07/03/2016
Arte
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Dall’estro e la qualità artistica della pescarese Barbara Giuliani e la spoltorese Marina Chichi, nasce una mostra dal titolo particolare “Anatomia poetologica” curata, è proprio il caso di dire, da Rosamaria Caputi: si tratta di una performance fotografica di poesia, dal titolo intrigante ed apparentemente complesso che trova una sua spiegazione nell’effettiva realizzazione in cui immagine e parola si amano a tal punto da giurarsi fedeltà per l’eternità.

“La poesia è una malattia curabile”, sono solo alcuni dei versi dall’espressione irrequieta, quasi spaventosa, che danno il via ad un gioco di parole; è forse l’unico caso in cui la parola ‘malattia’, sebbene ingannevole ad una prima lettura, non assume un valore negativo anzi preannuncia un’esplosione artistica.

Proprio questi versi racchiudono il senso di una verità talmente preziosa e personale che è sembrato opportuno lasciare la parola proprio alle artefici di questa inconsueta ma stimolante realizzazione che assume le caratteristiche di una vera avventura.

Come nasce l'idea di questa mostra?

Barbara - Siamo la carne che crediamo, siamo la poesia che riusciamo a far divenire nostra, siamo un linguaggio così comune da sembrare alieno a noi stessi. La poesia si reinventa quotidianamente attraverso "Noi", in una continua auto contaminazione, il passaggio osmotico tra il poeta, il corpo, i sentimenti, la narrazione, percorsi dalla punteggiatura degli occhi del fotografo. L’idea fulcro/leva è comunicare, rendere la poesia visibile agli occhi, condurla con il corpo in uno stadio masticabile e toccante. La poesia sposa la fotografia per mostrarsi nel suo lato tridimensionale.

Come si riesce a coniugare il corpo alla parola e nella fattispecie alla poesia?

Marina - Il soggetto diventa il foglio su cui imprimere le parole. Le lettere acquisiscono forme e inclinazioni a seconda delle linee del corpo. Questo ha permesso fotograficamente di dare più valore al testo poetico, creando una fusione completa tra il corpo e le parole.

Qual è il significato di "malattia curabile": una malattia che non fa soffrire a lungo per esempio o non fa eccessivamente male?

Rosamaria - In realtà, “malattia” e “cura” finiscono inesorabilmente per coincidere. Il poeta si ammala e contemporaneamente si cura e allora a prevalere è il piacere, nel momento in cui trasferisce l’energia, il pensiero, l’affettività da sè al testo. È come dire che la “malattia” è il momento creativo e la “cura” quello dell’esposizione, della “esibizione”. Persino esibizionismo? Curarsi è diverso da guarire. La guarigione, nella poesia, è un passaggio che non si prende in considerazione, è una “fase saltata”. Dalla cura è possibile arrivare solo alla morte, senza alcun compromesso. Il poeta non guarisce, può solo smettere di scrivere. Nello specifico, “Anatomia Poetologica” lo dice a partire dal gioco di lettere, presente nel titolo. Gli organi, i muscoli e gli arti partecipano, malati o no, in bella mostra.

Quali dimensioni vengono prese in esame?

Marina - Ho cercato una coerenza tra le parole e il corpo, a partire dalle linee e dalla grafica: le lettere racchiuse nel formato quadrato.  La caduta di luce cerca di creare la tridimensionalità necessaria per dare volume alle parti del corpo e alle parole proiettate sulla carne, le pose a esaltare la loro fusione.

Poesia e fotografia: quale delle due comunica più in fretta?

Barbara - La mia mano potrà essere più veloce dei miei occhi, in modalità andata e ritorno. L’arte in qualsiasi forma espressa o di espressione non sarà mai impellente nei tagli, ma diviene nel presente la sosta chiamata fretta. Il tempo di concedersi all’arresa di una emozione, lasciandosi scorrere, senza rinunciare a qualche addio in più, non per egoismo, ma per educazione.  Il respiro più ampio da poter donare, perché ci sarà sempre una storia da raccontare.

Di seguito l’elenco dei luoghi in cui è possibile visitare la mostra

- per tutto il mese di marzo al Circolo Culturale Via Margutta, Porto Torres;

- fino alla seconda settimana di marzo alla Biondetti Casa di Mercerie, Pescara;

- Raindogs House, Savona;

- dall’8 marzo Mostra permanente presso “La casa di Paulette”, Francavilla

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